vacuità asettica

 

un cubo di cristallo dalla fragilità immensa, dal vuoto interno più grande dell'esterno che lo sovrasta. niente. cazzate. pensieri un po' più veri, scaglie della mia realtà, ne avrei avute da dire. e ci ho pure provato. avrei avuto bisogno di un confronto, umano. ma serravalle e le gru sono più importanti, dicerie su persone che non sono nemmeno conoscenti. il passato che non avrei mai voluto ritornasse, rieccolo ad inquietare i miei occhi. così da non sapere neanche più dove andare. perdere tanto per trovare poco?  forse trovare molto di più confronto a quello che non mi sono ancora decisa a slegare. quasi soffrissi di schizofrenia e vivessi a giorni alterni situazioni uguali ma speculari. rivedere passarmi davanti esperienze già vissute che, questa volta, avrei ben voluto estirpare dal terreno più profondo. e per una volta, so di non poterci fare nulla. e le mie interiora continuano a marcire infradiciate dai miei pensieri che non trovano altra via d'uscita. ma l'errore, forse, è stato illudermi che fosse diverso. anche se sembra tutto così variegato, la realtà dimostra che non lo è, che un omogeneo grigiore sovrasta ciò che si era erroneamente pensato iridato. superiorità ostententata, ma retta su un castello di carte rosicchiate dalla monotonia. è questa l'unica cosa che devo capire ed abbandonare. incendiare come voiture di periferia.


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