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para-noie

buon compleanno, piccola

sorrido irrequieta, guardo l'azzurro di un gennaio caldo che mi coccola e mi accarezza
voglio che i  miei occhi spazino verso il mare aperto del domani, ma, per una volta, lo sguardo verso la terra ferma dell'ieri non è così cupo, anche se pieno di mille "però".
oggi, anche la carta attesta che sono cresciuta, un po' mi inquieta vedere il due accompagnato dall'1, ma poco mi importa di quello che dicono i documenti. quello che mi auguro è la determinazione, il coraggio, la voglia nel fare e nel vivere ciò che vorrei. so che crescere spesso equivale a disillusione, ad aggiungere sfumature a quella tavolozza della naiveté così semplicemente spartita tra male e bene, ma è anche il conoscere universi sommersi all'innocenza che nella loro malizia di mondo corrotto lasciano trasparire una realtà molto meno illusa. e quando si colora di felicità, sai che è una patina, ma realmente vera. infrangere i sogni da bambini può costare caro, cadono i miti, ma non mi fa paura vedere tutti gli uomini sullo stesso piano, e sai che non è gerarchia se qualcuno sta più a lungo in cima ai tuoi pensieri. mi guardo attorno e mi chiedo cosa sia cambiato, è incredibile quanto tutto e nulla possano condividere la stessa risposta. mi vedo diversa, ma solo quando ho di fronte una prova tangibile di ciò che ero, perchè mi sento di aver seguito sempre la stessa linea, forse contorta ed ingarbugliata, ma capisco che è a piccoli pezzi che riesco a decifrare il puzzle.  sento forse di aver ceduto a più compromessi, ma poi capisco che ne ho semplicemente preso coscienza, perchè c'erano anche prima ma io nemmeno li vedevo, e questo può essere il primo passo per eliminarli. ed eccolo il mio domani colorato di punti interrogativi, più mi avvicino ad uno di essi e non so come si trasformerà, se diverrà un'esclamazione di gioia o di delusione, un punto fermo od una virgola di passaggio. forse ho imparato che io ne sono l'artefice solo a metà, una mezza parte essenziale, ma che da sola non basta. come un organismo umano, è inutile che il cuore batta se il cervello non è sveglio, ma le cellule cerebrali si attivano solo se i muscoli cardiaci si contraggono. forse è un alibi per riuscire a sopravvivere all'enorme carico di responsabilità che mi tormentava, è la trasposizione di di quella querelle irrisolta tra paradigma dell'azione e della struttura che vedo capeggiare sui libri da studiare. io però voglio dirigere le fila per quanto posso della mia esistenza, non mi nascondo dietro l'apatia comandata, non mi lascio trascinare dall'inerzia che senza fatica ti porta avanti, a patto di rinunciare ad ogni goccia di adrenalina. e questo continua ad intimorirmi, perchè non so se ne sarò poi così capace, ci vuole nulla per lasciarsi dirigere da un pacchetto precompilato. non so se me ne reputo in grado, non so quando mi stuferò di nuotare contro la corrente, ma mi auguro di riuscirci, quando ne ho voglia. gli obblighi li lascio agli altri, che hanno vogli di imporli ed inevitabilmente di eseguirli, ma mi auguro anche di volerlo sempre, perchè che una felicità coerente arriva più tardi, ammesso che arrivi, ma con un'intensità che batte orgasmicamente quella procurata dalla tranquillità di un compromesso accettato e firmato a testa bassa. ma ho anche imparato che al caldo davanti ad un pc, si scrive sempre facilmente, battere tasti non crea calli ed la sedia non rompe la schiena.
ma so anche tenere a bada la mia consapevolezza fermandomi ad osservare le farfalle gialle che svolazzano tra i rami, un mazzo di fiori da una zia, un biglietto sulla scrivania e la busta sul display che lampeggia in continuazione.

buon compleanno, piccola

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