aria e ossa umide sotto i frammenti di nuvole che coprono il cielo. freddo onnipresente sulla pelle scoperta. un lago ritagliato dagli scavi di una cava che fa zampillare fossili e sorgenti sotterranee. il naso che cola e gli sternuti tra gli sbadigli. eppure, non mi manca niente in questo frangente. un’istantanea che non ha nulla di polare, ma al contrario riprende il cuore caldo e i polpastrelli dolci. un tronco di traverso su un terrapieno abbandonato. e noi due dagli arti attorcigliati “a scaldare via l’inverno”.
mai come in questi istanti, vorrei solo che il tempo si fermasse. senza prima e senza dopo. una carezza infinita, dolcezza interminabile. è un paradosso? un corpo segnato dall’inchiostro e dagli abusi emerge con una tenerezza insospettata che sconfina al di là delle ossa appuntite che mi abbracciano con tenacia.

ma le lancette corrono e sempre troppo veloci. arrivo affannata in ritardo, colpevole di non aver preparato la cena. sguardi interrogativi che non voglio mi trafiggano.
persisto.
divanetto di una roulotte, barba dolce, parole sparse. sto bene e nient’altro mi interessa. il tempo scorre. corro via in salita con affanno.
arrivo e questa volta riesco pure a preparare pollo e aneddoti da condividere. abbiamo molto di più da spartire di quanto non ci sia da nascondere.
non voglio affossare i miei sentimenti, ho l’impressione di non poterci rinunciare per principio e la certezza di non dover tranciare per amore. amore di me stessa, di lui legato negli anni e di un lui slegato nella passione effimera. non è facile non cedere. paura di far male. terrore di ferirmi.
eppure, ne è valsa la pena. nei fiumi di parole che scorrono sulle scie chimiche di acide righe, trovo una zattera comune. galleggiamo insieme, frustrazioni o rancori spazzate a mille miglia.
sento une leggerezza alata pervadermi. posso trasformarmi in calamita, ciò che abbiamo saldato è ben più saldo dell’attrazione incontrollabile che mi spinge ad attaccarmi alle lamiere dolci di case mobili.
contenta di me stessa. infinitamente rassicurata, riconfortata, non so bene dove andrò, ma so che saremo in due. più mille possibili. più il calore tenero che perdura senza obblighi e mi scalda, con le sue lunghe ciglia.