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ecco, senza parole ne’ inchiostro incrollabili macigni virtuali tra la gola e le ali. Lacerano stritolando lo sguardo e l’orizzonte, peso sui fianchi e oppressione sul petto. Per dipingere fragranze di glicine e gelsomino, bisogna pur aver sotto gli occhi petali e pistilli. Me ne riempio i capelli annodati senza che passino dalle narici al cuore.

Afa senza brezza, tristezza con primavera.

Mi arrotolo, mi aggroviglio su un divano-giaciglio, la tensione assopita dalla stanchezza mi attanaglia i muscoli e il respiro.

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