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Sfilacciamenti

tremo accompagnando alla porta un amore che mi vuole incatenata a lui

singhiozzo chiedendogli di non partire, quando so che basterebbe dirgli che resto perché non se ne vada.

eppure, mi sento intransigente sulle mie decisioni, rompo in mille schegge l’immagine di un futuro tra le braccia calde di un amore sicuro non volendo più credere alle speranze che, disilluse troppe volte, mi hanno ferito nella fiducia. vorrei chiudere gli occhi e non avere un passato fatto di attesa, illusione e speranza che si infrangono sul cemento del molo della frustrazione.

vorrei impacchettare e spedire lontano due anni di coabitazione che mi hanno scarificato il cuore, ma ho troppa paura di ricaderci dentro per poterci credere ancora.

ma quando, nero su bianco, i ricatti si pongono, quando immagino di non poter mai più ritrovare quell’abbraccio, quella lingua, quegli sguardi perdo tutte le mie armi, le mie sicurezze vanno in miseri frantumi. la mia certezza di non poter transigere sulle mie voglie si schiaffa contro un appiglio che non voglio perdere.

non basta voler rifiutare le opposizioni, le scelte imposte, le dicotomie univoche per non doverle subire. metodologicamente errato nel porre il problema, mi scindo senza voler separarmi.

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