giovedì 17 maggio 2007
fiori e cioccolato
attimi di serenità anche senza i brividi umidi del contatto maschile
per raffreddare una torta la cioccolato serve il freddo, ma se n’è andato insieme a qualcun’altro
e sono rimasti i grilli e le foglie verdi, i caprifogli, le fragole e le ciliegie rubate
osservare il fumo di una sigaretta che vola via da chi non avresti mai pensato potesse chiacchierare così beatamente con te e ridere nella notte morbida e calda
voglia di preparare bagagli ma non conoscere nemmeno la meta che voglio pormi
e sbagliare, decidendo di fermarmi a cena nel posto che per sbaglio chiamo casa, arrivando a sentirmi l’astio gettato addosso da chi ha paura che me ne vada. e sarà troppo amore, ma sicuramente non mi aiuta.
il grano sta maturando, la segale già è bionda, mi chiedo perchè dovrei aver voglia di recludermi per immagazzinare centinaia di pagine ingiallite di libri di biblioteca.
ho voglia di un abbraccio, ma si avvicina l’estate e mi accontento anche solo di un bacio tutto lingua e niente testa. perchè ho uno zaino che freme in un naylon nell’armadio, ho un costume nuovo di azzurro accecante, ho qualche canotta dalla schiena scoperta che ha tanta voglia di vedere un po’ di luce, anzi, forse un po’ di buio di qualche notte calda. è la mia incapacità a programmare il futuro, a non riuscirmi ad immaginare in tailleur dietro una scrivania o con uno spumoso abito bianco da sposa innocente. perchè anche se il mio viso e i miei occhi chiari traggono in inganno, ben poche sono le leggi che rispetto.
rido e sorrido, sto bene sospesa sulle liane del glicine sfiorito. mi sto prendendo troppo tempo per pensare, ma in fondo è incredibile come vedere il cielo stellato delle tre di un mercoledì a metà settimana non mi faccia nemmeno più strano.
per raffreddare una torta la cioccolato serve il freddo, ma se n’è andato insieme a qualcun’altro
e sono rimasti i grilli e le foglie verdi, i caprifogli, le fragole e le ciliegie rubate
osservare il fumo di una sigaretta che vola via da chi non avresti mai pensato potesse chiacchierare così beatamente con te e ridere nella notte morbida e calda
voglia di preparare bagagli ma non conoscere nemmeno la meta che voglio pormi
e sbagliare, decidendo di fermarmi a cena nel posto che per sbaglio chiamo casa, arrivando a sentirmi l’astio gettato addosso da chi ha paura che me ne vada. e sarà troppo amore, ma sicuramente non mi aiuta.
il grano sta maturando, la segale già è bionda, mi chiedo perchè dovrei aver voglia di recludermi per immagazzinare centinaia di pagine ingiallite di libri di biblioteca.
ho voglia di un abbraccio, ma si avvicina l’estate e mi accontento anche solo di un bacio tutto lingua e niente testa. perchè ho uno zaino che freme in un naylon nell’armadio, ho un costume nuovo di azzurro accecante, ho qualche canotta dalla schiena scoperta che ha tanta voglia di vedere un po’ di luce, anzi, forse un po’ di buio di qualche notte calda. è la mia incapacità a programmare il futuro, a non riuscirmi ad immaginare in tailleur dietro una scrivania o con uno spumoso abito bianco da sposa innocente. perchè anche se il mio viso e i miei occhi chiari traggono in inganno, ben poche sono le leggi che rispetto.
rido e sorrido, sto bene sospesa sulle liane del glicine sfiorito. mi sto prendendo troppo tempo per pensare, ma in fondo è incredibile come vedere il cielo stellato delle tre di un mercoledì a metà settimana non mi faccia nemmeno più strano.
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