martedì 15 maggio 2007
house
l’italiano non aiuta e il francese neppure, il latino mi sfugge mentre solo l’inglese taglia con nettezza i confini della differenza: house non è home, così come home è ben lungi dall’essere la mia house.
restare a cena a casa dovrebbe essere la normalità forse, ma ho la fortuna che sia un’eccezione. ero stanca per orari sballati e troppo movimento, voglia di tranquillità e calma, ma ho sbagliato tutto. il posto in cui dovevo cercarle non era sicuramente qui. sempre più gabbia e prigione, magari dorata e con qualche diamante, ma anche una sola sbarra è di troppo.
e forse sono più felice così, anche se ogni tanto mi appaiono in flash le innumerevoli differenze e tutte le cose che non sanno. ma se riesco ad andarmene alle sei e trenta con i cielo azzurro e ritornarvi con l’alba qualche giorno dopo in fondo non mi posso nemmeno lamentare. perchè altrimenti avrei già riempito uno zaino ed una valigia.
restare a cena a casa dovrebbe essere la normalità forse, ma ho la fortuna che sia un’eccezione. ero stanca per orari sballati e troppo movimento, voglia di tranquillità e calma, ma ho sbagliato tutto. il posto in cui dovevo cercarle non era sicuramente qui. sempre più gabbia e prigione, magari dorata e con qualche diamante, ma anche una sola sbarra è di troppo.
e forse sono più felice così, anche se ogni tanto mi appaiono in flash le innumerevoli differenze e tutte le cose che non sanno. ma se riesco ad andarmene alle sei e trenta con i cielo azzurro e ritornarvi con l’alba qualche giorno dopo in fondo non mi posso nemmeno lamentare. perchè altrimenti avrei già riempito uno zaino ed una valigia.
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