lunedì 2 aprile 2007
capendo
mi guardo le dita ancora macchiate dai carciofi
il prosciutto crudo dopo il seitan è ancora più sublime, scusatemi vegani, ma preferisco l’autoproduzione.
viaggio veloce sul nastro di un’autostrada a tratti soleggiata e solo un breve pesto in autogrill.
ed ascoltare annoiata la voce di un’amica, perchè anche la sua vita, in fondo, mi sembra noiosa
sono cresciuta e non riesco a stupirmi sentendo le otto come ora per la nanna
e la pizza al caldo di una cappella sconsacrata, con il pesto ed il pomodoro, rientrando finalmente
ma il verdone scuro di una maglietta ormai non mi provoca nient’altro che scazzo, a torto forse, ma ho preteso troppo
e ritornando in una buia galleria di treno, tengo a freno l’istinto brutalmente adolescenziale di rendere noto a tutti ” X. Z. ma sei un po’ stronzo”, perchè il pennarello è indelebile e sicuramente più costante di te.
ed è strano accoccolarsi più che a casa tra il morbido di un sacco a pelo, con la luce azzurra di una lampadina in mezzo ad altri respiri
e svegliarsi in un parco, sbagliando solo piastra, ma, per fortuna, l’energia è gratuita ed il the si scalda ugualmente
e poi tornare, non vedendo nient’altro che l’inutilità dell’opulenza, la gola secca e le urla passive di chi urla perchè non si è abbastanza in riga.
e se in un cuscino scuro non ho pianto è solo per merito del calore che ho respirato, una soddisfazione nel riuscire in ciò che qualche tempo fa non avrei nemmeno sperato
e marzo è corso via in fretta, e poca importanza hanno i giorni, perchè febbraio si era limitato a vent’otto ma era stato molto più lento a sparire.
il prosciutto crudo dopo il seitan è ancora più sublime, scusatemi vegani, ma preferisco l’autoproduzione.
viaggio veloce sul nastro di un’autostrada a tratti soleggiata e solo un breve pesto in autogrill.
ed ascoltare annoiata la voce di un’amica, perchè anche la sua vita, in fondo, mi sembra noiosa
sono cresciuta e non riesco a stupirmi sentendo le otto come ora per la nanna
e la pizza al caldo di una cappella sconsacrata, con il pesto ed il pomodoro, rientrando finalmente
ma il verdone scuro di una maglietta ormai non mi provoca nient’altro che scazzo, a torto forse, ma ho preteso troppo
e ritornando in una buia galleria di treno, tengo a freno l’istinto brutalmente adolescenziale di rendere noto a tutti ” X. Z. ma sei un po’ stronzo”, perchè il pennarello è indelebile e sicuramente più costante di te.
ed è strano accoccolarsi più che a casa tra il morbido di un sacco a pelo, con la luce azzurra di una lampadina in mezzo ad altri respiri
e svegliarsi in un parco, sbagliando solo piastra, ma, per fortuna, l’energia è gratuita ed il the si scalda ugualmente
e poi tornare, non vedendo nient’altro che l’inutilità dell’opulenza, la gola secca e le urla passive di chi urla perchè non si è abbastanza in riga.
e se in un cuscino scuro non ho pianto è solo per merito del calore che ho respirato, una soddisfazione nel riuscire in ciò che qualche tempo fa non avrei nemmeno sperato
e marzo è corso via in fretta, e poca importanza hanno i giorni, perchè febbraio si era limitato a vent’otto ma era stato molto più lento a sparire.
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