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Piume di piombo

Incapace di far sgorgare inchiostro e parole, allineo paragrafi farciti di citazioni e subordinate concessive. Capissi cosa voglio potrei lasciarmi andare contro dolci labbra che insoffiano i fumi vaporosi di una scappatoia quanto mai sicura.

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Oppure, dedicarmi a veder crescere pomodori e libri, ardendomi pure a condividere pennello colla e secchiello senza ostentare delusione e angoscia alla vista di un indirizzo.

Nel frattempo, mi barrico dietro ad uno schermo e davanti ad uno specchio che mi vede ansimare. Mi lascio accarezzare dalla brezza tiepida dei primi giorni di estate, le rondini sulla testa e tonno con maggiorana sulle papille. Non so se la stagnola sferragli o frema, mi ci guardo riflessa succhiando con avidità la felicità nascosta dietro le nuvole all’orizzonte. Non riesco a comporre i tasti per un numero, lascio distendersi gli elastici che vorrei appresso. Ah, ma allora, so cosa voglio? Nemmeno tra gli olivi riesco davvero a capirlo, che siano in riva a mare con il vento che spruzza la schiuma sulla bianchezza di un telefonino rigato o all’ombra di un casolare di pietra, addormentata con il mistral che soffia e davanti agli occhi nient’altro che la luna che sorge. Eppure, mi accoccolo davanti al caminetto scoppiettante, nelle ombre di una favola che viene da lontano, tessendo parole con riccioli forgiati. Tutti gli altri dormono.

I miei ingranaggi stridono.

 

foto di http://piombor.deviantart.com/art/Fiore-di-Stapelia-347413886

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