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malaise et maletre

spazi e paure

mi faccio perseguitare la notte dal fantasma di un monolocale in cui rimbomba l’eco della mia incapacità cronica. eppure quando una palla d’energia piomba in casa, suonando il campanello, mi sento invasa e mi lascio prendere dall’angoscia del chiedere, parlare a chi non conosco. timore umano, ma più fondato per me di quanto non lo sia per chi versa tonnellate di lacrime gridando alle persone che ha vicino di non avere amici. io mi sprofondo in una poltrona che vorrei mi inghiottisse con la sua vecchia imbottitura. e putain merde c’est sempre la vecchia stessa storia. ho paura che il freddo del metallo sporco di grasso degli utensili in un’officina potrebbe rimbombarmi in testa, ma non so nemmeno come possa essere, se non nel cercare un’irrazionale risposta nelle leggi delle probabilità matematiche che ho sempre disprezzato. ho voglia di fare lo struzzo grido da sotto le coperte a chi mi vuole bene pur facendomi (talvolta) del male, ma mi obbligo, tremante ed impaurita, ad uscirne senza convinzione, a prendere una chiave a bussola ed ad ungermi le mani fino ad annerile, senza riuscire a fare nulla (di più).

foto di Mr Kobe http://mr-kobe.deviantart.com/

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